PENSIONE SERENA: LE 3 DOMANDE CHE OGNI MEDICO SI DEVE FARE

Pianificare le regole del pensionamento è fondamentale in modo da vivere il pensionamento come una fase della vita non più come l’anticamera del fine vita. 

Come medico corri dalla mattina alla sera, visite in ospedale, interventi chirurgici e visite private ambulatoriali, formazione: difficilmente prendi del tempo per riflettere e immaginare la tua vecchiaia ideale. 

Visualizzare un’età futura e diversa da quella attuale è molto difficile per tutti , ma lo è soprattutto per il medico  nel pieno di una carriera importante, stimato e ricercato da pazienti con guadagni interessanti che lo portano a credere di essere immortale. 

L’esercizio della visualizzazione può essere facilitato da tre domande che ogni medico si dovrebbe fare per individuare il percorso futuro della sua vita

  1. QUANDO ANDRÒ IN PENSIONE? 

L’età per andare in pensione dipende da una anzianità lavorativa e contributiva minima. Molti medici soprattutto i dirigenti di strutture complesse rimangono nel loro ruolo fino a 70 anni ancora perfettamente in grado di lavorare. 

Gestisco da anni il patrimonio di molti medici italiani e ho potuto osservare che esistono modi diversi di invecchiare. 

  • chi ha deciso di ritirarsi prima perché stufo di turni massacranti e scarsa gratificazione professionale.  
  • chi pur ritirandosi dalla precedente occupazione sarebbe interessato a contribuire con la propria professionalità ma con ritmi diversi e conciliando lavoro e vita privata ed affettiva. 
  • medici con studi professionali profittevoli hanno deciso di pianificare un passaggio generazionale a favore dei figli o di altri professionisti cui affidarsi.
  • medici che non riescono a stare senza i pazienti, con difficoltà riescono a distaccarsi da un mondo che gli ha offerto tante gratificazioni professionali ed economiche. 
  1. DOVE VORREI INVECCHIARE? 

Non faccio riferimento tanto al luogo quanto al capire le abitudini e le aspettative del medico. 

Ci saranno così medici che faranno riposo assoluto scaldandosi sotto il solo di una bella isola dei Caraibi o chi vuol proseguire le proprie attività intellettuali, culturali e sociali.

Questo vuol dire anche in quale abitazione?

Quella di adesso magari?

Si potrebbe valutare anche un ammodernamento che consenta di vivere in maniera più agevole l’età futura. 

Alcuni miei clienti medici hanno grandi immobili di 200 /300 mq con giardini difficili da curare durante la vecchiaia.  

Molti hanno valutato la vendita della propria casa e lo spostamento in una più piccola ma più comoda rispetto ai propri interessi, affetti, necessità. 

  1. CHI POTREBBE ESSERMI  DI AIUTO IN CASO DI NECESSITÀ? 

In caso di perdita di autonomia e mobilità è importante immaginare a chi ci si rivolgerebbe. 

Sempre più frequenti sono i casi di figli che vivono all’estero su cui difficilmente si potrà far conto in caso di necessità. 

Alla mia domanda su come si immaginava la sua vecchiaia e a cosa servivano i soldi accumulati, un medico che assisto da più di un decennio mi ha risposto con un velo di ironia dicendo che sarebbero serviti per la casa di riposo visto che difficilmente qualcuno l’avrebbe accudito in futuro.

Due rapidi calcoli:

  • pensione Inps 3.500€ netti a cui si aggiunge qualcosa dall’Enpam e in caso di libera professione si può totalmente arrivare a prendere fino a 5.000 € netti mensili. 
  • un patrimonio accumulato che va dai 400.000 € ai 500.000 € può rappresentare una  buona dose di sicurezza e tranquillità. 

Il mio ruolo di consulente  patrimoniale riveste un ruolo fondamentale visto che devo essere una sorta di preparatore pensionistico proiettando nella mente del medico l’immagine di sé e della propria famiglia nella terza età della loro vita.