Per un medico è molto lontana l’idea di pensare e programmare la propria pensione visto che termini come previdenza complementare, sistema contributivo e riscatto della laurea sono generalmente termini poco familiari.
Se sei un medico sia dipendente del SSN che libero professionista l’incertezza se aderire a un fondo pensione non deve far parte dei tuoi pensieri.
I vantaggi che hai nell’aderire sono tangibili e in questo articolo cercherò di prendere in considerazione i principali tre che molti tuoi colleghi hanno già avuto modo di apprezzare.
Tra questi tratterò l’integrazione della tua situazione pensionistica, i vantaggi fiscali in sede di dichiarazione dei redditi e l’impignorabilità e insequestrabilità requisiti tipici dei prodotti assicurativi.
- INTEGRAZIONE PENSIONISTICA:
La riforma Dini del 1995 (legge 335 del 8 agosto) ha introdotto un nuovo sistema di calcolo delle pensioni al fine di garantire la sostenibilità della spesa pensionistica e riequilibrare i rapporti tra le varie generazioni.
La riforma ha stabilito il passaggio graduale da un sistema retributivo a contributivo, un sistema di calcolo sicuramente penalizzante con circa il 30% in meno di pensione calcolata con il sistema retributivo per i medici dipendenti del SSN, sicuramente ancora peggio per quelli che hanno scelto la strada della libera professione.
In media un medico dipendente del SSN che è andato in pensione negli ultimi 10 anni con circa 40 anni di contribuzione tra Inps e Enpam percepisce una pensione che oscilla tra i 3500€ e i 4.000€ netti, una somma molto vicina in termini percentuali a quella degli ultimi stipendi lavorativi.
Ma per il medico che andrà in pensione negli anni futuri la pensione non sarà più sufficiente a mantenere il proprio tenore di vita. Ecco la necessità di aderire a forme di previdenza complementare in grado di integrare il proprio reddito pensionistico per non dover diminuire il proprio tenore di vita.
- VANTAGGI FISCALI IN DICHIARAZIONE DEI REDDITI:
I versamenti sono deducibili dal reddito complessivo per un importo non superiore a 5.164,57€ all’anno. Ciò determina un risparmio in termini di minore imposte pagate in misura pari all’aliquota fiscale più elevata applicata al reddito complessivo.
Un medico dipendente del SSN può arrivare ad avere un reddito lordo complessivo superiore ai 75.000€. Un medico con tale fascia reddituale che versa annualmente sul fondo pensione 5.164,57€, avendo come aliquota marginale più elevata il 43%, risparmierebbe dalle tasse 2.220 € ossia il 43% di 5.164,57 €.
Considerando che si ha la possibilità di proseguire volontariamente la partecipazione al fondo pensione anche dopo il raggiungimento dell’età pensionabile si potrebbe teoricamente avere un risparmio fiscale per tutta la vita.
- IMPIGNORABILITÁ E INSEQUESTRABILITÁ:
Le principali preoccupazioni della categoria sono da imputare alle azioni risarcitorie da parte dei pazienti.
Utilizzare prodotti assicurativi che vanno in quella direzione è auspicabile se hai a cuore la tutela del tuo patrimonio.
L’impignorabilità delle polizze vita è sancita dall’art. 1.923 del codice civile, il quale stabilisce che le somme dovute dall’assicuratore al contraente o al beneficiario non possono essere sottoposte ad azioni esecutive o cautelari.
Ci sono due elementi che dobbiamo tuttavia sottolineare :
- la polizza vita ai fini dell’impignorabilità deve essere stipulata in bonis ovvero in assenza di situazioni debitorie patologiche pregresse
- è la finalità previdenziale ad assicurare l’impignorabilità delle polizze vita
Ci sono pochi dubbi sulla finalità previdenziale dei fondi pensioni chiusi, aperti o dei PIP (piani individuali pensionistici).
Come medico è auspicabile aderire a una forma pensionistica complementare che oltre all’utile rafforzamento dell’assegno pensionistico ti offra allo stesso tempo una protezione patrimoniale e ti faccia risparmiare sulle tasse in sede di dichiarazione dei redditi.