Il camice bianco è, per il medico, un tratto distintivo.
Con esso si indossa un ruolo, un’uniforme, simbolo di autorità della professione medica.
Benché per la maggior parte delle persone il camice è solo il “dress code” del medico, per gli studenti di medicina che lo indossano per la prima volta ha invece una grandissima importanza: il camice rappresenta l’inizio del loro percorso di formazione in ospedale tanto da celebrare questo passaggio con “La Cerimonia del Camice Bianco”.
A questo punto la domanda nasce spontanea: è davvero il camice che fa il medico?
O sono piuttosto i valori che lo spingono, ogni giorno, a portare avanti questa sua missione?
Nella professione medico-sanitaria sono due i principi fondamentali: professionalità e umanità, ovvero la capacità di bilanciare l’approccio scientifico con l’empatia verso il paziente.
Ecco dunque che indossare il camice non è solo simbolo di professionalità ma è anche emblema di premura e di fiducia, da guadagnarsi ogni giorno dai propri pazienti.
Indossare un camice bianco significa essere qualcuno che sa quello che sta facendo e racchiude quindi una grande responsabilità.
Mi sento di affermare, con una certa sicurezza, che ad ogni ambiente e contesto è associato uno specifico dress code.
Ognuno col suo significato e messaggio preciso da veicolare.
Un po’ come nel caso della mia professione.
Il consulente finanziario nasce in sordina negli anni ’70 ma è solo nei primi anni ‘80 che si inizia a parlare del ruolo del promotore finanziario.
I primi bancari che iniziarono a dimettersi per intraprendere questa nuova avventura incontrarono parecchie difficoltà: professione sconosciuta, scarsa propensione al risparmio gestito da parte degli italiani, poca fiducia dagli istituti finanziari.
Il promotore era quindi una figura derisa dal sistema e sfiduciata dai risparmiatori. Era visto come una sorta di “venditore di pentole” dai bancari di allora.
Il mancato riconoscimento della professione del promotore finanziario, al pari di quella di avvocato o di commercialista, ha continuato a generare molteplici difficoltà prima di potersi affermare e acquisire clienti.
Anche noi promotori eravamo costretti ad indossare un camice, nel nostro caso un po’ pesante. Una divisa che ci rendeva semplici venditori di prodotti, quali fondi o polizze, con sviluppate hard skill (le competenze tecniche) e scarsa capacità di avere a che fare con le persone.
Difficile togliersi di dosso questa “divisa”?
Dipende dalla volontà di evolvere del promotore.
Eravamo davanti ad un bivio: decidere di rimanere “venditori”, ancorati alle sole competenze tecniche oppure cambiare camice e vestire i panni del consulente finanziario, una figura capace di comprendere davvero i propri clienti.
Io stesso ho scelto di indossare questo camice. Una “divisa” fatta di empatia, quella capacità relazionale che garantisce la costruzione di un rapporto di fiducia duraturo con ogni persona.
Oggi questa professione è orientata a fornire un valore aggiunto, per accompagnare i clienti in ogni processo decisionale.
La qualità della consulenza si basa sulla gestione dell’emotività e sull’educazione finanziaria di ogni persona: in questo modo si è in grado di aiutare il risparmiatore ad evolversi dal punto di vista finanziario.
Qual è la prima dote di un buon consulente finanziario di valore?
La capacità di saper parlare con le persone, di capirle, fornendo loro tutti gli strumenti per migliorare e aumentare una consapevolezza finanziaria.
Capita troppo spesso che un consulente finanziario si soffermi su questioni piuttosto tecniche, utilizzando termini specifici che risultano incomprensibili al cliente.
Il risultato è quello di creare confusione e smarrimento nell’ interlocutore, non è così?
Ogni consulente finanziario, per garantire quel tocco umano che è ancora tanto richiesto, dovrebbe fornire al proprio cliente una spiegazione semplice e mirata che si basa su pochi concetti comprensibili.
Questo è il camice che noi di MoneyDoc amiamo indossare con i medici che ci danno la loro fiducia.
Che te ne pare? Perché non approfondiamo la nostra conoscenza?