Come dovrà essere il medico di domani?
In un ecosistema sanitario dove si punta a mettere al centro il paziente grazie alla ricerca biomedica, la trasformazione digitale, la telemedicina, il territorio e le nuove tecnologie applicate a diagnostica e prevenzione, gli ospedali e le imprese biomedicali e farmaceutiche cercano figure dotate di conoscenze trasversali tra medicina tradizionale e ingegneria biomedica.
Il motivo?
L’obiettivo è quello di sviluppare nuove cure e creare macchinari all’avanguardia, sempre più performanti.
Durante il convegno “Medtech, presente futuro, Università e imprese disegnano il domani” – organizzato dall’Università Campus Bio-Medico di Roma nel luglio scorso – è emerso un vero e proprio identikit del Medico del Futuro.
Ho perciò preso spunto da questo convegno e ho stilato una serie di caratteristiche che il medico del domani dovrebbe possedere:
- IBRIDAZIONE DEI SAPERI, per offrire prestazioni a 360° per la salute e il benessere del paziente;
- MENTALITÀ APERTA, per contribuire in maniera proattiva alle soluzioni tecnologiche di domani;
- TRAVERSALITÀ, per darsi un supporto reciproco tra colleghi e per il superamento dei tradizionali confini professionali;
- FLESSIBILITÀ, per essere in grado di operare in diversi ambiti, in ospedale e nelle aziende medtech;
- 100% MEDICO, in grado di seguire il paziente sul piano clinico e umano;
- 100% FORMAZIONE INGEGNERISTICA, per gestire meglio diagnosi e terapie con i macchinari;
- CAPACITÀ DI GESTIRE LE PROBLEMATICHE ETICHE del paziente derivanti dalla presenza delle moderne tecnologie.
Tuttavia, non si nasce Medico di Domani, ma lo si diventa, giorno dopo giorno.
Serve però un’adeguata formazione per essere in grado di lavorare con le nuove tecnologie: solo così ogni medico ha l’opportunità di conoscere i problemi del singolo malato.
La terapia diventa quindi un processo grazie ad una tecnologia che innova velocemente e ad una medicina che va sempre più verso cure personalizzate, cucite per il paziente e su di lui.
È bene quindi che medici, sistemi di ricerca e sistema sanitario sappiano confrontarsi con le capacità tecnologiche che oggi hanno un ruolo sempre maggiore.
Per il futuro è fondamentale quindi rafforzare il servizio sanitario partendo dalla relazione tra il professionista e il paziente, intercettando il bisogno di salute e cercando di rispondere nella miglior maniera possibile.
Una cosa è certa: la pandemia ha fatto da propulsore e ha accelerato questa tendenza tant’è che il settore Medtech è cresciuto anche nel 2020 e ha prospettive di sviluppo in tutto il pianeta tanto da rappresentare il futuro della sanità.
E i medici, come si pongono in questo processo?
I medici – ma ancora di più i medici ricercatori – possono diventare figure cruciali nella crescita del settore Medtech.
Lo sviluppo di tecnologie e approcci innovativi in campo biomedico richiede innanzitutto l’individuazione dei bisogni più urgenti quali la definizione delle caratteristiche delle patologie che si vogliono correggere, la validazione clinica e il follow-up.
Il medico del futuro dovrà sviluppare nuove competenze, soprattutto nel digital.