COME I MEDICI SI POSSONO DIFENDERE DALL’INFLAZIONE

Essere diventato il consulente patrimoniale dei medici italiani mi ha portato ad avere una idea di come, da un punto di vista finanziario, i medici ragionino. 

Una delle cose che più frequentemente riscontro è la volontà di mantenere elevate giacenze sui conti corrente con medie che in generale toccano i 50.000 € pur non essendoci apparenti esigenze di liquidità a breve termine. 

Se avere elevate liquidità in conto corrente può essere rassicurante psicologicamente per il medico, dall’altro l’inflazione che determina un aumento sostenuto e continuo dei prezzi, nel lungo periodo può portare a una riduzione del potere d’acquisto dei soldi depositati in conto corrente. 

In via esemplificativa: se un certo bene il 31/12/2020 costava 100 € in Italia lo stesso identico bene per effetto dell’inflazione (che nel 2001 è stata pari al 2,7%) costava 102,70 €. 

L’inflazione si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo che in Italia è rappresentato dall’Istituto Nazionale di Statistica

Ad essere sinceri l’inflazione negli ultimi anni non ha rappresentato un problema visto che dal 2014 fino al 2021 solo in 2 anni è stata di poco superiore al 1%, toccando valori negativi per ben tre anni. 

Ma i venti di ripresa economica post covid presenti in quasi tutte le aree mondiali potrebbero creare in futuro aumenti generalizzati dei prezzi. 

Quando si considera il rendimento di un investimento finanziario, dobbiamo perciò considerare come prioritario il rendimento reale, che è la differenza tra il rendimento nominale e il tasso di inflazione. 

Conseguire un rendimento reale positivo è il primo obiettivo che un medico accorto deve realizzare.

Ma quali strumenti di investimento sono più idonei per investire in periodi caratterizzati da una ripresa inflazionistica? 

  1. Strumenti finanziari che investono nel real estate: 

Investire nel settore immobiliare è considerato  da sempre  uno strumento indispensabile per proteggersi da rischi di inflazione.  

Oltre all’acquisto diretto degli immobili esistono strumenti in grado di far partecipare al mercato immobiliare anche investitori con capitali modesti. 

Questo è possibile attraverso l’acquisto di società quotate che investono in immobili o ETF che sono strumenti che replicano l’andamento di alcuni indici immobiliari come Europeo o mondiali. 

Investire in questi strumenti piuttosto che in singoli immobili porta il vantaggio di avere un investimento maggiormente liquidabile e  meno oneroso in quanto per perfezionarsi  non richiede un notaio e il pagamento di costose tasse immobiliari. 

  1. Acquisto di Oro: 

L’oro deve essere considerato come un asset  finanziario in grado di difenderti dall’inflazione, senza aspettarsi grandi rivalutazioni in termini reali.

È giusto considerare l’oro come un bene rifugio, una sorta di assicurazione che si possiede e ci tutela in caso di crisi mondiali. 

Chi vuol toccare con mano il proprio investimento può dirigersi sul metallo fisico come monete d’oro o lingotti.  

Il consiglio in questo caso è fare riferimento ai Banco-Metalli autorizzati da Banca Italia. 

Chi non volesse sostenere costi di stoccaggio o di assicurazione di lingotti o monete può pensare a strumenti finanziari quotati.

 Si possono trovare ETC ossia prodotti a costo contenuto che replicano fedelmente l’andamento dell’oro quotato. 

All’interno di un portafoglio il peso dell’oro dovrebbe avere un peso medio del 5%, con punte massime del 10%. 

  1. Investire in strumenti azionari: 

Il mercato azionario, nel lungo periodo, è decisamente più performante rispetto a quello

immobiliare a patto di sopportare una volatilità decisamente più accentuata.

La percentuale ideale da destinare all’azionario si può aggirare tra il 25 e il 30%. 

La storia ci insegna di avere la possibilità di guadagnare su tempi di investimento minimo di 10 anni rendimenti medi anche del 10% a patto di essere in grado di assorbire perdite che in anni sfavorevoli possono raggiungere anche il 50%.

  1. Strumenti che investono in obbligazioni legate all’inflazione: 

Esistono tuttavia delle obbligazioni che oltre a garantire una cedola minima fissa,

possiedono un indicizzazione (in molti casi totale) al tasso di inflazione.

Troviamo anche Btp inflation linked,  che rispetto ai Btp nominali oltre a prevedere il rimborso del valore nominale a scadenza offrono un rendimento indicizzato all’andamento del costo della vita.

In particolare ne esistono di due tipi: 

  • Btp Italia: titolo indicizzato all’inflazione Italiana, retrocedono l’inflazione insieme alla cedola ogni 6 mesi;
  •  Btpei: sono agganciati all’inflazione dell’area Euro che riconoscono tutta la rivalutazione legata alla crescita del carovita a fine periodo. 

Anche tenere troppa liquidità sui conti correnti comporta dei rischi e questo rischio è rappresentato proprio dall’inflazione.  

Per riuscire a non cadere nella trappola dell’inflazione e vedere consumati i propri risparmi per semplice inerzia è buona norma avvicinarsi ai mercati finanziari e in particolare sfruttare quelle operazioni che possono beneficiare di un rialzo generalizzato dei prezzi.