MEDICO E CONSULENTE PATRIMONIALE: I SEI PUNTI IN COMUNE

Lo devo ammettere: negli ultimi mesi sono sceso nell’arena.

Ho iniziato a contattare e visitare tuoi colleghi medici per presentare il progetto MoneyDoc. 

Lo sai bene che la tua categoria è ostica, difficile, a volte anche un po’ presuntuosa, pensando di essere onnipotente anche in settori diversi da quello medico. 

Quasi tutti i tuoi colleghi che ho incontrato mi hanno chiesto perché avessi scelto proprio i medici come categoria a cui offrire i servizi di consulenza patrimoniale. 

Ha tutti ho risposto allo stesso modo: come consulente patrimoniale che prova ad avere una visione olistica del patrimonio del medico sono come quei medici che provano ad avere una visione olistica del paziente. 

A tale proposito il pensiero di un tuo importante collega ginecologo va in questa direzione: “ogni madre che aspetta un bambino non posso non sapere se ha un‘unghia incarnita”. 

Ho avuto modo di leggere recentemente, il libro scritto da un tuo collega medico il Prof. Paolo Nucci, professore ordinario di Oftalmologia presso l’Università degli Studi di Milano. 

Il suo libro dal titolo “Perché (non fare) il medico” offre un’analisi onesta e sincera dell’universo medico mettendone in luce le fonti di preoccupazione, di soddisfazione e di responsabilità. 

La lettura di questo libro mi ha permesso di sintetizzare meglio i sei elementi comuni che consulente patrimoniale e medico hanno:

  1. ENTUSIASMO, CREATIVITÀ E STUDIO: sono gli ingredienti base nelle due professioni.  Se mancano solo uno di questi elementi si rischia di non fare bene il proprio mestiere. 

Ogni ostacolo sembra insormontabile da oltrepassare. 

Anche io che sono un tipo prevalentemente razionale, senza la  creatività non avrei potuto essere  un punto di riferimento per molti tuoi colleghi ormai da vent’anni. 

  1. I DUE LAVORI SONO TOTALIZZANTI:  ne io ne te possiamo risparmiarci nel lavoro. Dedizione e disciplina totale sono una presa d’atto necessaria se si vuol essere un punto di riferimento nelle due categorie. 
  1. NON POSSIAMO MAI DIMENTICARE LA PROFESSIONE:  a volte questo diventa un peso specialmente durante vacanze o giorni festivi.  Medico e consulente patrimoniale “coscienziosi” hanno un peculiare impegno mentale anche durante i periodi di riposo. 
  1. L’AMORE PER IL PROSSIMO E’ NECESSARIO: la disponibilità verso il prossimo è un attributo indispensabile senza il quale i due lavori sono insostenibili. Prima il cuore e poi la ragione, altrimenti la prassi quotidiana diventa penosa e routinaria. 
  1. STRATEGIA E METODO COME LINEE GUIDA DELLE PROFESSIONI: avere delle basi scientifiche in modo da avere un percorso logico che non lascia nulla al caso. La giusta quantità di medicinale è un po’ come dare un giusto peso a una certa tipologia di prodotto piuttosto che altro. 
  1. LE ABILITÀ’ DELLE DUE PROFESSIONI SONO IL RISULTATO DI INTUITO, ESPERIENZA, FORTUNA: la prima qualità si crea con l’esperienza. Il più delle volte riesci a vedere la gravità di una malattia anche senza fare Tac o esami clinici più approfonditi. Allo stesso modo mi basta dare uno sguardo al complesso patrimonio del medico per capire se c’è stata consulenza o pura vendita di prodotti. 

Ci impegniamo fino all’estremo delle forze ma variabili economiche e mercati non sono governabili così come l’evoluzione di una certa malattia. 

Potrei sembrare presuntuoso e onnipotente nell’aver stabilito molti tratti comuni tra le due professioni. 

Ma se come consulente mi lasciassi dominare dai dubbi smetterei di decidere e assumermi le giuste responsabilità.