IL REGIME FORFETTARIO DEI MEDICI

Se sei un medico sai bene che potresti lavorare più tempo per lo stato che per se stessi o per la propria famiglia.

In genere come medico affermato sai che i tuoi redditi si concentrano sulla fascia medio alta di reddito e fino a metà anno dovrai lavorare per il fisco. 

Negli ultimi anni rispetto al regime ordinario di tassazione è stato introdotto un regime forfettario. Possono accedere a tale regime i medici che esercitando la libera professione abbiano percepito ricavi o compensi non superiori a 65.000€.

Possono optare per tale regime anche i medici che iniziano l’attività e presumono di percepire compensi non superiori ai 65.000€.

E’ prevista la non cumulabilità del regime forfettario in presenza di un reddito da lavoratore dipendente e/o da pensione eccedenti i 30.000€ (con tale limite sono stati tagliati fuori da questo regime tutti i medici dipendenti del SSN che operavano anche in regime di extramoenia fuori dall’ambiente ospedaliero).

Il medico che applica il regime forfettario determina il proprio reddito applicando ai compensi percepiti l’aliquota del 78%. Dal reddito così determinato di deducono i contributi previdenziali obbligatori (Enpam o Inps). Al reddito imponibile si applica una imposta unica nella misura del 15% che va a sostituire tutte quelle ordinariamente previste (IRPEF ; IRAP e addizionali comunali e regionali). 

Un esempio può meglio chiarire questi concetti: 

Compensi percepiti: 50.000 €

Reddito determinato forfettariamente: 78% 39.000 € 

Enpam: (19,5% anno 2021):  7.605 € 

Reddito imponibile: 31.395 € 

Imposta sostitutiva 15%: 4.709 € 

Reddito netto: 45.291 € 

Per i primi 5 anni di attività l’aliquota è ridotta al 5% invece del 15%. 

Come medico libero professionista se hai i requisiti per poter accedere al forfettario ti starai chiedendo: è conveniente aderire? 

Premesso che non si può generalizzare, si può affermare  in linea di massima che il regime è conveniente. 

Sarebbe però importante capire la situazione di ogni singolo medico, dalle detrazioni per carichi di famiglia, detrazioni per spese di ristrutturazione, ma soprattutto in caso di studio personale le spese di gestione sono maggiori o minori del 22% concesso in via forfettaria.  

Possiamo sicuramene tracciare una prima conclusione: il regime forfettario è conveniente per tutti quei medici che esercitano la libera professione dentro strutture private terze non di proprietà, in quanto questi soggetti non hanno costi che superano il 22% dei compensi. 

L’adesione del regime forfettario comporta anche una serie di semplificazioni ai fini IVA e delle imposte dirette come il non obbligo di fatturazione elettronica, la non registrazione delle fatture emesse e degli acquisti, l’esclusione dall’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale. 

Il regime forfettario cessa di avere efficacia a partire dall’anno successivo a quello in cui viene meno il requisito di accesso previsto dalla legge o si verifica un causa di esclusione. 

Realisticamente possiamo tracciare un quadro di tutti quei medici che possono per legge accedere al regime forfettario e la cui scelta è conveniente rispetto al regime ordinario: 

  • Giovani medici che iniziano o hanno iniziato da pochi anni l’attività da libero professionista (l’aliquota del 5% è troppo vantaggiosa rispetto a una tassazione ordinaria che va un minimo del 23% fino a un massimo del 43%) 
  • Medici che svolgono la professione presso strutture terze e non hanno costi di macchinari e immobili significativi 
  • Medici pensionati con pensione Lorda inferiore ai 30.000 € (secondo la mia esperienza non molto frequenti  in quanto raramente ho conosciuto medici dipendenti  o liberi professionisti con pensione lorda inferiore a questo limite)

Prima di qualsiasi scelta affrettata ti consiglio di parlarne con il tuo commercialista o assistente fiscale di fiducia. Come avrai capito da questa breve trattazione le variabili in gioco sono molte e potresti da solo non essere in grado di prendere la giusta decisione