COME NON PERDERE I SOLDI VERSATI ALL’INPS

La vita lavorativa del medico può accavallarsi tra lavoratore dipendente e libero professionista. I due lavori possono in alcuni casi coesistere insieme e in altri iniziare dove finisce l’altra situazione lavorativa. 

Da tenere sotto osservazione i contributi versati all’INPS e quelli all’Enpam perché i due enti previdenziali pur essendo enti distinti ed autonomi in alcuni casi particolari possono dialogare tra loro e rendere più efficiente la situazione contributiva del medico. 

Ho incontrato di recente un medico dipendente per 12 anni del SSN che poi ha scelto la libera professione versando i contributi Enpam relativi alla quota A e quota B. Attualmente esercita la sua attività di medico presso il proprio studio professionale. 

Il medico mi ha chiesto come era possibile valorizzare i periodi di contribuzione maturati come dipendente.

La preoccupazione del tuo collega è giustamente fondata in quanto se non si facesse niente si vedrebbe il rischio di vedere questi contributi totalmente persi.  All’INPS sono necessari 20 anni di contribuzione minima per avere il diritto alla pensione. Nel caso di versamenti per un numero di anni inferiore non è prevista la restituzione dei contributi. 

A tale proposito la ricongiunzione e il cumulo gratuito sono le due strade che il medico ha per sfruttare i contributi versati all’INPS.

RICONGIUNZIONE

Permette di riunire mediante trasferimento tutti i periodi contributivi presso un’unica gestione allo scopo di ottenere una sola pensione. La ricongiunzione può essere fatta sia verso INPS che verso Enpam. 

Nel caso specifico svolgendo il medico attualmente la libera professione potrebbe decidere di trasferire i contributi INPS verso Enpam.

Caratteristica della ricongiunzione è che i periodi ricongiunti sono utilizzati come se fossero stati sempre versati all’Enpam e danno quindi diritto alla pensione in base ai requisiti previsti dal fondo stesso. 

La ricongiunzione ha un costo a carico del medico, dipendente dalla sua retribuzione, età anagrafica, anzianità contributiva complessiva. Meglio quindi non farla troppo in avanti con gli anni. 

Il costo è interamente deducibile dal reddito e puoi conoscere in maniera precisa i costi facendo domanda all’ Enpam, che non sei obbligato ad accettare. 

CUMULO: 

È un istituto che permette gratuitamente di cumulare periodi assicurativi in più gestioni previdenziali al fine di perfezionare un diritto alla pensione. 

La legge ha stabilito che in caso di cumulo è l’INPS che mantiene il rapporto finale con il medico pensionato. 

In questo caso l’INPS è l’ente pagatore che pagherà due pensioni in quanto una sarà la quota di pensione versata dall’Enpam. 

La domanda di cumulo si può presentare solo se non si è andati in pensione in nessuna gestione. Quindi il medico in questione non potrà a 65 anni andare in pensione per la quota A e poi dopo qualche anno chiedere il cumulo per ottenere la quota B.

In questo caso si perderebbe a percepire i 12 anni IINPS. 

La gratuità del cumulo non deve portare a scelte affrettate. 

Uno degli aspetti negativi è che la reversibilità viene garantita secondo le regole INPS anche per la quota che spetta all’Enpam. Ti ricordo che la reversibilità INPS prevede una aliquota del 60% in caso di coniuge, mentre lo stesso caso nel caso Enpam è il 70% . 

Il medico nella sua attività tende a non risparmiarsi e a dare tutto se stesso nello svolgimento della sua missione. Sarebbe veramente fastidioso vanificare anni contributivi solamente perché non si è avuta pazienza e la voglia di riflettere ma soprattutto farsi aiutare in queste tematiche.