Il medico per sua natura anche dopo il raggiungimento dell’età pensionabile difficilmente riuscirà a non pensare più alla professione, ai pazienti e alla formazione.
Per i medici che hanno creato un proprio studio professionale acquistando l’unità immobiliare, investendo in macchinari e avendo anche alcuni dipendenti iniziano a porsi una domanda: a chi posso lasciare il mio studio?
Una delle più grandi fortune ma anche aspirazioni che un medico possa avere è avere figli che abbiano scelto di essere medici e che potrebbero portare avanti la professione.
Come consulente patrimoniale dei medici italiani posso riportare la statistica inerente ai miei assistiti.
Solo il 25% dei miei clienti medici hanno figli che hanno scelto di fare i medici. Questa mia percentuale è abbastanza impetuosa su come la maggior parte dei figli segua strade diverse da quella dei genitori.
Sicuramente quando si sceglie di trasferire ai figli il proprio studio medico la donazione dello studio professionale è la strada principale perché permette di eseguire il passaggio senza “balzelli fiscali e burocratici“.
Mentre per la donazione di aziende la normativa è abbastanza chiara per gli studi professionali il legislatore non si è mai espresso con un quadro normativo specifico.
Nel caso della donazione di uno studio professionale non essendoci compenso non vi è tassazione ai fini delle imposte dirette.
La donazione è soggetta ad un imposta di donazione se si superano certi limiti di valore. L’imposta è del 4% ma con una franchigia di 1.000.000€.
Sotto questa somma di valore dello studio donato non si è tenuti a pagare nessuna somma.
Ai fini del consumo della franchigia rilevano tutte le altre donazioni che in vita il padre medico possa aver fatto al figlio medico. Così se in passato il padre avesse trasferito denaro al figlio o avesse donato immobili, la franchigia sarebbe stata parzialmente erosa.
Ma come si determina il valore della donazione?
L’importo della donazione si determina dando un valore a:
- Beni immobili come l’acquisto dell’ufficio;
- Beni materiali mobili come arredi e strumentazione tecnica;
- Beni immateriali come i software e brevetti se presenti;
Nel caso di donazione di beni immobili sono dovute anche le imposte ipotecarie (2%) e catastali (1%).
Il passaggio generazionale potrebbe essere l’occasione per il figlio di costituire una società allargando la compagine sociale e i servizi che possono essere resi ai pazienti.
Se questa è l’idea futura si potrebbe decidere di farlo in due fasi:
- Il padre potrebbe donare lo studio al figlio utilizzando le agevolazioni che la legge permette.
- In un secondo momento dopo che il figlio è già proprietario dei beni strumentali e dei beni immobili potrebbe conferire tali beni in una società di capitali di nuova costituzione.
La strada della donazione nel caso di passaggio generazionale padre- figlio medico appare la più conveniente sotto ogni punto di vista. La mia esperienza quotidiana sul campo dice che questo può essere un processo che può durare anche un certo numero di anni.
Il medico padre deve prendere coscienza che non è immortale e che deve pianificare la sua successione.
Questa ultima fase è fondamentale perché permette al giovane medico di conoscere i pazienti, entrare in empatia con loro, capire come il padre aveva abituato i pazienti.
E’ una fase preparatoria al passaggio definitivo, importante per il figlio per capire anche le incombenze burocratiche, fiscali e normative con cui avrà a che fare.